Credo proprio che il Natale sia la festività più attesa dell’intero anno, anche se si è dimenticato il suo vero significato.
Oramai i regali e cenoni la fanno da padrona, dedicando anima e cuore all’ambito materialismo.
Il Natale, del resto, arriva sempre puntuale come ogni anno, tutti lo aspettiamo con ansia e orgoglio, certo perché in quel periodo siamo tutti più buoni, più altruisti e persino più empatici, insomma, in quegli ambiti giorni, siamo delle persone meravigliose.
Come ogni anno io, dal basso della mia carrozzella, rimango costantemente stupito da tanta ipocrisia, ho tanti propositi per l’anno che verrà e come sempre quasi nessuno dei miei desideri verrà esaudito.
Quanta violenza sono costretto a subire durante tutto l’anno, queste barriere architettoniche che si presentano ogni metro durante le mie camminate senza gambe sono, per me, dei veri e propri impedimenti, per non parlare degli uffici pubblici che ormai sono diventati dei tabù da varcare.
Ho difficoltà nell’esprimermi e per questo vengo isolato nella mia quotidiana solitudine.
Quanto mi piacciono quei politici delle più svariate sponde, che si riempiono la bocca di promesse, fatte a noi diversi, che coscienziosamente sanno di non poter mantenere, ed esposte rigorosamente prima di ogni elezione.
Eppure nella mia vita ho sempre contribuito da buon cittadino, ho sempre aderito ai miei doveri, mentre adesso vengo trattato come quella biancheria sporca che rimane nella cesta per giorni e giorni finché non arriva qualche altro indumento uguale a me per lavarmi nel programma corretto della lavatrice di ultima generazione.
Sono così stanco e ferito da questi soprusi, ho voglia di fare una vita normale come i cosiddetti normodotati, del resto diventare questo uomo inutile non è stata una mia scelta, qualcuno mi ha fatto diventare così.
Adesso devo tornare a prendere le medicine che servono per la mia sopravvivenza con la speranza di passare in sereno e rigoglioso Natale, anche se purtroppo, non credo più a Babbo Natale.
Non devi andare, non sei sola.
di Donatello Vegliante
Quando non andavo a scuola me ne stavo da sola in giardino a dondolare sull’altalena all’ombra del grande abete, trascorrevo diverse ore rifugiata nella mia fantasia cercando di scacciare i ricordi di quel gelido inverno e di quel vuoto che hai lasciato nel mio cuore.
Intorno a me la vita in città proseguiva come se nulla fosse successo alla mia mamma, che come altre donne subiva le ire di quel mostro che chiamo ancora papà.
Ricordo quando mi stringevi, piena di lividi, rassicurandomi che andava tutto bene, mi dicevi che stavate solo giocando, ma io sapevo che era una bugia, tu mi mentivi ed io lo sentivo.
Non esiste un gioco dove si urla e si prende a schiaffi una madre!
Non chiedevi mai aiuto, dicevi che prima o poi sarebbe tutto cambiato, ne eri convinta.
Ogni sera mi rinchiudevo nella mia cameretta, le urla erano sempre più forti, ma io non avevo più paura, ormai ero abituata a quelle tristi serate.
Quella notte però ho sentito solo un grido straziante e poi più nulla.
Oggi sono sola con un’altra famiglia, ogni settimana incontro la psicologa, l’unica amica che ho, la mia vera mamma è volata in cielo, quella fretta notte, e al mio papà non è più permesso vedermi
Sono sola, ma il mio cuore continuerà a battere per te mamma.
Ciao mamma un giorno ti riabbraccerò.
A mia Madre
di Donatello Vegliante
Senza te mamma, dove andrò? Veramente io non lo so. Sicuramente mi sentirei perso e mi perderei, perché lei è la mia guida che mi allontana dal male, che mi dà la possibilità di crescere e di diventare una persona responsabile e con un cuore grande. Si dice che il cuore è grande quanto il proprio pugno, ma io sono convinto che la mia mamma non lo abbia piccolo come la sua mano.
La mia mamma è anche severa: quando dice no è no ed io lo so che lo fa per il mio bene e che crescendo lo capirò.
Mia mamma a volte diventa anche mio padre e alcune volte anche mia sorella, è incredibile come riesce a trasformarsi di continuo.
La mia mamma mi permette però di fare tantissime cose: gioco a calcio, colleziono le carte del mio gioco preferito e anche quelle dei calciatori e guardo qualche volta la TV.
Mamma ha gli occhi azzurri, ha i capelli neri, qualche volta sono ricci e qualche volta sono lisci, dipende da come li vuole lei durante la giornata.
Quindi non so dire come sono davvero i capelli della mia mamma, forse ondulati.
Le piace vestirsi da vera donna perché la fa sentire bene, durante le feste o quando andiamo al ristorante ama vestirsi elegantemente e indossare gli orecchini che le ha regalato il mio nonno, che adesso però non c’è più.
La mia mamma è bellissima e ha un bellissimo carattere, riesce sempre a riservare un sorriso per me anche quando è stanca dopo una giornata di lavoro, sembra una di quelle supereroine che vedo alla tv.
Allora quando crescerò scriverò un intero libro dedicato a lei, ma credo che nemmeno quello basterà!
Miss Ucraina
Eri ancora così piccola quando hai dovuto rimboccarti le maniche per sbancare Il lunario, la vita in quella sperduta periferia di Kiev era davvero dura. Un villaggio ancora frastornato dalla totale dittatura comunista.
Il lavoro di tuo padre non bastava, nonostante lavorasse più di dieci ore al giorno, tua madre cuciva vestiti per le signore e tu eri così bella quando provavi, come una modella, quegli abiti cuciti con parsimonia, sembravi una signora di alto borgo.
Hai sofferto durante la tua infanzia, l’ottimo insegnamento scolastico e con essa la severa disciplina non bastava e le bambole lasciavano costantemente il posto a lavoro e sacrificio. Diventavi sempre più donna, il tuo corpo mutava a vista d’occhio, fino a quando conoscesti l’amore della tua vita. Un bel giovane, laureato, come quasi tutti in Ucraina, ma con un lavoro umile.
Lui ti ama e tu ami lui e non ti importava più di tutto il resto, volevi solo una famiglia, il tuo sogno più grande, consapevole del fatto che a quei tempi non era facile avere sogni.
I figli arrivarono proprio come desideravi e tutto sembrava così fantastico fino a quando tuo marito non venne chiamato alle armi. Il peggiore degli incubi, il nemico sta invadendo il tuo paese e tuo marito, insieme ad altri disgraziati è chiamato a difenderlo con le armi. Tu devi di nuovo lottare, da sola con due figli piccoli bambini, l’unica soluzione è quella di scappare in un paese più sicuro, sperando che oltre all’umiliazione di lasciare tuo marito in trincea non ci sia anche chi ti umilia laddove trovi riparo.
Benvenuta Miss Ucraina.
Donatello Vegliante
A te papà che sarai sempre con me
Caro papà io non ricordo il tuo primo abbraccio, so solo che ero appena nata e tu mi tenevi in braccio con una tale dolcezza. Eri così orgoglioso della tua bambina, tanto da volermi mostrare a tutti come un trofeo inaspettato, ero la tua principessa da accudire, mi sentivo così bene tra le tue braccia tanto da potermi anche addormentare.
Ma intanto crescevo velocemente, come quelle stagioni che non vivi appieno, mi riflettevo spesso in te, instancabile lavoratore, mi hai sempre accompagnato mano nella mano, anche quando la notte avevo paura e tu mi rassicuravi stringendomi nel lettone. Quante volte ti ho fatto arrabbiare e tu, con la tua solita autorità, mi rimettevi in riga, quella riga che purtroppo spesso mi stava troppo stretta.
Io continuavo a crescere e pure tu crescevi con me, mi ispiravi, la tua saggezza diventava sempre più parte integrante della tua generosa persona.
Non si nasce padri eppure riuscivi ad interpretare questo difficile ruolo alla perfezione.
Ora posso solo dirti che manchi, anche se so che ci sei quando guardo i miei figli, tuoi nipoti che sorridono come quel sorriso abbagliante che appartiene solo a te.
Manchi quando tutto va storto e quando tutto va bene, chissà se oggi saresti ancora orgoglioso di tua figlia, quella principessa da salvare, io si, sono orgogliosa di aver avuto un padre come te.
Auguri papà che ti arrivi fin lassù.
Donatello Vegliante
Questa non è la mia guerra
Il conflitto Russia Ucraina è davvero entrato nel vivo, soprattutto nelle nostre coscienze. Questo perverso “gioco” di potere tra Putin Il terribile e Zelens’kyj l’ex comico è puramente nonché squisitamente di natura economica. Troppi gli interessi in ballo e sicuramente non si tratta esclusivamente di un pezzo di terra dove si coltiva qualche manciata di spighe di grano, ma c’è dell’altro sopra e soprattutto sotto quel prosperoso terreno. Molte nazioni indipendenti e la NATO hanno minacciato, davanti alle telecamere, forti sanzioni nei confronti dei cattivi russi (fedeli alleati, tra gli altri, di una certa Cina) ma alla fine rischiano i nostri “alleati”, anzi, rischiamo noi per l’esattezza, di subire le più severe sanzioni da parte di queste due potenze mondiali che tanto abbiamo decantato a fini commerciali fino a pochi giorni fa. Del resto è risaputo, quando ci sono forti interessi economici a confronto, tutta la diplomazia va a farsi benedire. Gli stessi media che dopo due anni di ingordigia, per un’altra guerra invisibile, hanno tra le mani l’ennesima “portata” servita in un piatto d’argento e tra fake news e mezze verità riescono ancora una volta a fare il tutto esaurito, consapevoli del fatto che l’opinione pubblica si è già schierata quasi all’unanimità senza porsi minimamente il dubbio su eventi storici che hanno contraddistinto è caratterizzato questi due stati dell’est Europa. Le vere vittime di questa, non proprio inaspettata guerra, sono quei civili che volente o nolente devono andare a morire per l’idealismo della propria patria, carne da macello facilmente amalgamabile e indottrinabile a piacimento.
Nessuno dovrebbe perire per mano di un arma tenuta stretta da un atro uomo ma con la mimetica differente dalla sua. Giovani uomini e donne obbligati a tenere in braccio un fucile quasi più grande di loro, anziché tenere in braccio un bambino oppure un mazzo di fiori da donare a qualcuno.
“Guerra sola igiene del mondo” scriveva Tommaso Marinetti, ma questa guerra non è la mia, per me resta un inalienabile follia.
Donatello Vegliante
Tanti auguri Donna.
La Festa della Donna ha origini antiche: la data dell’8 marzo è correlata a un evento storico risalente al 1917. In quella data, in Russia le donne scesero in piazza per guidare una manifestazione a sostegno della fine della prima guerra mondiale. Le donne, perennemente sottovalutate, continuarono a manifestare fino a quando si arrivò alla Rivoluzione Russa di febbraio, che scoppiò l’8 marzo 1917 e con la quale si pose fine allo zarismo. L’impegno delle donne fu importante tanto che si decise di scegliere proprio l’8 marzo come ricorrenza per la Giornata Internazionale dell’ operaia. Questa data è arrivata fino ad oggi. La donna, da sempre, lotta per ottenere una parità sociale che le è sempre stata negata a causa di una presunta supremazia maschile. Ci sono state donne che hanno combattuto per la parità dei sessi, per ottenere il diritto di voto, per un equo salario; tuttavia, fino a poco tempo fa, la donna veniva dipinta sempre come la casalinga perfetta o la principessa da salvare perché da sola non ce l’avrebbe mai fatta, oggi stiamo fortunatamente vivendo un’era in cui le donne si stanno facendo largo e stanno guidando una sorta di “Rivoluzione”.
Il vero significato della festa della Donna è la rivalsa, la giusta rivendicazione, la lotta continua che donne di ogni età, nazione ed epoca, hanno portato avanti per affermare i propri diritti e migliorare la propria condizione nella società. Purtroppo ancora oggi c’è bisogno di avere una festa della Donna per ricordare, a tante persone che, donne e uomini sono uguali e che dovrebbero avere pari diritti e pari possibilità. Questo è solo uno dei temi che noi dell’associazione Ti Proteggo portiamo avanti e cerchiamo di sensibilizzare l’opinione pubblica affinché ci sia un’esistenza di rispetto e uguaglianza.
Grazie madre, figlia, sorella, nonna, amica, collega.
Grazie Donna